Premio Nazionale Poesia del Mezzogiorno. I dieci libri finalisti
Il 16 Aprile, presso la Scuola Internazionale di Pavia, si è concluso un intenso percorso dedicato alla poesia.
Quarantasei studenti e studentesse delle classi prime e seconde della scuola secondaria di primo grado hanno letto l’opera ninnananna talamimamma della poeta Anna Maria Farabbi insieme al saggio Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma di Milena Nicolini, guidati dal Prof. Matteo Bertolini e dalla Prof.ssa Marta Giuzzi, insegnanti di italiano.
Ragazze e ragazzi hanno lavorato con grande impegno per diversi mesi utilizzando entrambi i testi per comprendere, conoscere, sperimentare ed elaborare riflessioni, parole e pensieri suscitati dalle poesie e dai molteplici contenuti in esse racchiusi.
Hanno, inoltre, potuto consultare, nelle ultime pagine di ninnananna talamimamma, un abecedario e una stimolante caccia al tesoro. Utilizzando strumenti di ricerca digitale hanno visto opere come “La grande onda a largo di Kanagawa” di Hokusai, “La notte stellata” di Vincent Van Gogh o il film “Il castello errante di Howl” di Hayao Miyazaki; o ascoltato canzoni su YouTube, fra le quali “Girotondo” di Fabrizio De André, “L’oceano di silenzio” di Franco Battiato o “Another day in paradise” di Phil Collins.
Le diverse attività non si sono svolte unicamente durante le ore di italiano ma, grazie ai docenti, hanno coinvolto anche arte e immagine per la realizzazione di cartelloni ricchi di informazioni e dedicati spesso ad alcune delle poesie scelte in classe, ed educazione civica per entrare in maniera più approfondita nella vita di alcuni dei tanti personaggi proposti dalla poeta, a volte poco conosciuti come Aldo Capitini o più studiati come Gino Strada.
Il progetto in poesia è iniziato a Novembre ed è terminato ad Aprile con l’incontro con Anna Maria Farabbi.
Nel corso della mattinata, quattro ore volate via, il fitto dialogo è iniziato con l’emozione e il desiderio di tutti e tutte di esporre gli elaborati condividendo le proprie impressioni per ascoltare poi, con grande interesse, le domande e le considerazioni offerte dall’autrice.
Nella seconda metà dell’evento, dopo una breve pausa, Anna Maria Farabbi ha coinvolto le tre classi nella realizzazione di un vero e proprio concerto, permettendo loro di sperimentare il suo metodo di lavoro attraverso la connessione tra gli strumenti etnici, che hanno avuto modo di suonare, e la sonorità vocale esperita nella lettura di alcune poesie usando, quindi, il proprio corpo come strumento.
Gli audio che seguono raccontano la complessità esperienziale di questo progetto con le parole del Prof. Matteo Bertolini e quelle di una rappresentanza degli studenti e delle studentesse che, con grande entusiasmo, hanno chiesto di poter esplicitare l’esperienza.
Polvere di Fata è una raccolta di racconti per lettrici e lettori dagli 8 anni composta da “storie magiche” provenienti da sette Paesi diversi. Questa edizione comprende sia la versione italiana sia quella inglese.
La Signora Meraviglia, una fata, fa le pulizie di primavera. Mentre spazza il tappeto, viene sollevata una notevole quantità di polvere di fata. Trasposrtata dal vento, la polvere si deposita su autrici e autori di tutto il mondo, ispirandoli a scrivere una storia.
Le persone che hanno ricevuto ispirazione sono: Cathinca van Sprundel – Paesi Bassi, Tuula Pere – Finlandia, Lara Reimes – Belgio, İlknur Özdemir – Turchia, Mihalis Makropoulos – Grecia, Roberta Martinetti – Italia, Erik Santos Cardoso – Brasile.
Antologia curata da Ünver Alibey con note introduttive e conclusive di Chiara De Giorgi.
Illustrazioni di Valentina Bardazzi, copertina di Alessio Gherardini.
“Essere in/segnati dalla poesia”: incontro con le poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini, attraverso i testi “ninnananna talamimamma” e “Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma”, martedì 9 aprile al Bologna Children’s Book Fair 2024.
Intervento della poeta Anna Maria Farabbi.
«Io dimoro dentro il canto, io sono il canto. Il filosofo Umberto Galimberti ha fatto una proposta: alla scuola dovrebbe essere riconsegnata come atto formativo la filosofia. Io dimoro nella poesia. Cosa è la poesia e cosa può formare? Cosa è la poesia e cosa è l’atto formativo della poesia? Una persona a me cara, per spiegare cosa è la poesia, ha scelto l’immagine di un uomo che sta sopra una collina e vede passare un treno. Secondo lui la poesia è chi vive il treno andando.
La filosofia è una formazione utilissima in questo momento di caos cannibalico: consente l’esercizio della roteazione del pensiero, l’esercizio della dialettica. La poesia, a mio parere, non è l’omino che sta dentro la prima carrozza in un binario costituito: è invece la persona che crea il viaggio e gli stessi binari del treno, avendone consapevolezza. La poesia è la creazione.
Io propongo di portare la poesia fin dall’asilo nido. È un atto formativo, sociologico, politico, esistenziale, artistico. Pone all’attenzione. Si tratta di riuscire a stare in una tensione. Nella concentrazione. Costruire un centro e stare dentro. Il centro è il canto. Esercita l’ascolto.
La poesia si costituisce radicalmente nell’oralità. Dimorare nel canto, significa dimorare nella poiesis, in una gestione economica del profondo. Esercita in un’economia del verbale. Entra in una nominazione. Nominiamo le azioni della propria interiorità. La poesia permette una formazione sulla differenza tra espressione e comunicazione. Entra in dinamiche arcaiche, profonde.
C’è una grande necessità di portare anche la poesia nella scuola come atto formativo. La filosofia accede ad una razionalità. La poesia si arresta quasi barcollando. Ci sono poeti con un orecchio assoluto. Penso ad Amelia Rosselli, Paola Febbraro.
Nella statistica economica, molti, mi riferisco soprattutto a poete, non ce la fanno per questa disposizione totalizzante al canto. C’è spesso anche un’indipendenza rispetto al mondo dell’editoria.
Porgiamo, dunque, la poesia alla nuova generazione.
Io vengo dalla scrittura per adulti, ma sono nata nella poesia.
Alle presentazioni abbiamo partecipanti dai 50 anni in su. Fino alle elementari in genere c’è una fioritura espressiva e gli insegnanti sono in connessione con l’espressività lirica dei ragazzi. Alle medie, poi, il dirupo.
È necessario vedere quanto la poesia si regge da sola e quanto con l’illustrazione. La nostra è una società consumistica che viaggia in maniera volontaria puntando all’occhio. Anche per questo, lavoro con i ciechi, i sordi, i malati psichici. Noi abusiamo della vista, che a volte va ad estinguere le altre sensorialità. Il sentire inizia nell’utero, attraverso la pelle. Ripartiamo dalla grana della voce e dalla radice orale della poesia. M’interessa il flusso verbale lirico, non edulcorato, sentimentale, anacronistico. Attivo la passionalità intera del mio corpo, certo, perché sono allarmata di una società distruttiva della fioritura del ciliegio. I ragazzi oggi sono spostati da ciò che fluisce in certe poesie loro proposte. Cantare è avere di fronte qualunque creatura, con un registro scrittorio che vale dai 6 mesi ai 600 anni. La ninnananna arresta il battito cardiaco del neonato come dell’anziano. Non serve individuare un registro di lettori. M’interessa una poiesis che abbia anche una vocalità. La gradazione della voce senza ostentazione è frutto di esercizio. Occorre insegnare l’ascolto della poesia, accendere un senso del viaggio, in un gioco, inteso kafkaniamente, in opere d’arte anche cinematografiche (come le creazioni di Miyazaki). La poesia è un’oasi di ricreazione del proprio sé. Incontrando maestri, punti di riferimento, come Gino Strada, Aldo Capitini. Etty Hillesum lancia dal treno, che dal campo di concentramento sa la condurrà alla morte, un foglio con queste parole: lasciamo il campo cantando. Ha un senso, dunque, l’orecchio assoluto. È questione di vita o di morte. Lei porta la sua poesia e dietro le spalle testimonianze d’insegnanti che l’hanno segnata dentro. Ecco dunque la poesia organica. La porto e mi attraversa dalla punta dei piedi alla fontanella cranica. La porto a tutti e a tutto. Il canto interrompe l’essere umano e lo dichiara disabile per non capire tutto. Lo pone di fronte ad una parete verticale.
La filosofia acuisce il pensiero ma la poesia accoglie il pensiero e crea.
Mio padre mi ha tolto la parola, perché la poesia non era utile.
La poesia è nascita, creazione di un ponte. Il canto risponde un impensato e un impensabile. L’immagine sulla copertina di “ninnananna talamimamma” rappresenta la palla gettata da una bambina internata ad Auschwitz. È piena di colori: porta la fiducia nel mondo. Ci chiede di essere ricettivi l’uno nei confronti dell’altro, responsabili di una connessione culturale. La mimamma è anche la grande madre: siamo sempre al cospetto dei futuri e degli antichi. L’origine della poesia è dalla ninnananna. Viene dalla preistoria: è il primo atto delle donne che raccoglievano la voce usata come gesto corporeo di abbraccio e pacificazione del bambino, un flusso trasversale tra la bocca e il bambino. L’origine della poesia è creaturale».
Intervento della poeta Milena Nicolini
«Per fare arrivare alla poesia non si può semplicemente delegare al sentire. La poesia ha anche un suo rigore, un suo linguaggio. L’inconscio è il punto in cui s’incontrano la materia e la parte effimera, lo spirito, con il logos. La poesia sta su quel confine tumultuoso in cui s’incontra la possibilità di dirla. La metafora è quella proporzione zoppa che scatta quando manca la parola per dire quella cosa. Mi permette di dire trasportando in un altro ambito. È la parola che vive del rapporto con l’esperienza. La poesia innesca le possibilità di connessione, di fare rete con la parola. Questa rete non ha termine: è un angolo aperto che va all’infinito. Si tratta di una polisemia, nell’esperire del mondo in modo sempre diverso. La poesia dà la possibilità di conoscere se stessi».
Anna Maria Farabbi
«La poesia segna dentro. Insegnare significa essere segnati interiormente, nel profondo. La poesia mi è venuta addosso: non è una scelta ma una dimora biologica dentro cui si è chiamati ad un ascolto totale dell’io profondo e ad una creazione, quindi ad una espressività di questo io profondo. Ciò non significa avere una posizione fetale di un io chiuso in se stesso, ma di un io che canta se stesso e il mondo a cui è connesso. Quindi si è sempre allievi di questa tensione, di questa “at-tenzione”».
Milena Nicolini
«Io sono in/segnante, quindi la poesia mi è capitato d’insegnarla ma mi ha anche insegnato molto. Per entrare nella poesia, e goderne completamente la polisemia, occorre conoscerla come linguaggio particolare, che non è sempre così semplice. La poesia ha diversi gradi di lettura, può essere letta per una piacevolezza immediata, ma anche con tutta la sua complessità. Occorre quindi conoscerne alcuni strumenti: è il motivo per cui ho osato affiancare alle poesie di Anna Maria Farabbi questa lettura critica. La poesia in/segna, nel senso che quando hai imparato ad andare dentro a tutti i suoi molteplici significati, ti accorgi che ti ha dato strumenti importantissimi anche per andare dentro alla parola quotidiana. Siccome la poesia ti obbliga a sospettare i sensi in più e i legami che le parole riescono a costruire, ti abitui ad essere molto attenta sulla scelta delle parole, sulle loro gradazioni, su come le parole espandono la loro aura. Quindi è anche un importante mezzo critico generale. In poesia è possibile dire delle cose che non sono dicibili in altro modo, perché probabilmente, come dicono molte teorie, il linguaggio della poesia è assolutamente a cavallo tra la dimensione razionale, simbolica, dell’essere umano e la dimensione del materico. In quel buio della psiche si incontra la matericità pura con il logos. Alcuni dei suoi strumenti sono infatti comuni al mondo del sogno. Imparare a entrarci dentro e a prendere tutto il possibile, che non è mai finito, è come la vita, l’esperienza, va avanti con il mondo, il tempo, le persone. È veramente un’educazione culturale ma anche al profondo. Per questo se si facesse bene, a cominciare dalle scuole elementari, si darebbero strumenti critici potentissimi alle persone.»
Raffaella Polverini
«La presentazione Essere in/segnati dalla poesia porta alla luce, attraverso la voce delle due poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini, un progetto in poesia molto caro e importante per Kaba edizioni e Al3vie, i due marchi editoriali che rappresento dal 2009. Le due opere ninnananna talamimamma di Farabbi e Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma di Nicolini, sono rivolte a bambini, bambine, ragazzi, ragazze e al corpo docente che è costretto a muoversi nella scelta dei soliti testi scolastici e spesso poco conosce la poesia contemporanea. Le parole di Anna Maria Farabbi ne racchiudono l’essenza “progetto di politica culturale che ripristina il significato del lavoro nella poesia e fa rientrare una didattica nello stesso».
La lista dei libri partecipanti alla II edizione del Premio Strega Poesia è stata diffusa in occasione della Giornata mondiale della Poesia.
Ora sarà compito del Comitato scientifico – composto da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Valerio Magrelli, Melania G. Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta – scegliere fra i 144 lavori i dodici libri da candidare ufficialmente. La dozzina del Premio Strega Poesia sarà divulgata il venerdì 5 aprile.
Ancora pochi giorni e Secondigliano avrà il suo festival di narrativa per ragazzi. Il 31 gennaio inizierà infatti B.I.S.S. – Book Into Street Secondigliano, la prima iniziativa del genere nel quartiere. La manifestazione, proposta dagli editori Marotta&Cafiero, si terrà fino al 2 febbraio negli spazi della biblioteca municipale Guido Dorso, in piazza Zanardelli…
… L’ultima giornata, il 2 febbraio, aprirà alle ore 9 con la presentazione del “Mostro Zuccone”, opera di Edouard Manceau. Alle ore 10:30 verrà illustrato “Ninnananna talamimamma” di Anna Maria Farabbi. L’ultima presentazione della manifestazione sarà alle ore 11. A chiudere, “’O cunto d’ ‘è gavina e d’ ‘o gatto ca ‘a mparaie a vvulà”, traduzione napoletana della celebre opera di Luis Sepúlveda “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.
Link all’aricolo completo
https://www.ilmattino.it/AMP/napolismart/b_s_s_secondigliano_arriva_primo_festival_libro_ragazzi-7898357.html
Ninnananna talamimamma: le cantilene poetiche di Anna Maria Farabbi
Il titolo, appena schioccato sulle labbra, evoca prontamente la lunga tradizione della “cantilena”, della rima baciata, della filastrocca chiamata a snodarsi in continui rimbalzi sonori, quasi fosse un ruscello nato solo per saltare sopra i sassi, canticchiare tra i ciottoli o mormorare beatamente in mezzo ai giunchi. Tuttavia Anna Maria Farabbi, autrice di Ninnananna talamimamma (Kaba in coedizione con Pièdimosca), confonde rapidamente le carte, muta le regole del gioco e come un abile funambolo o un destro giocoliere – a cui le sfere non sfuggono mai di mano, mai cadono rovinosamente a terra – apre per gli ascoltatori e le ascoltatrici nuovi panorami. Offre a chi legge altre inesplorate rotte.
Ninnananna talamimamma
Così ecco che proprio sotto i nostri occhi la lunga tradizione della cara, longeva filastrocca lascia cadere quel suo vecchio abito (adorabilmente polveroso) per abbracciare una piccola, grande metamorfosi ovvero una multimedialità che consenta l’uso di ogni forma d’arte, di ogni slancio creativo, di ogni moto propulsivo che vada incontro al mondo, alla vita, alla realtà nella sua intransigente e drammatica realtà.
Lo sguardo di Farabbi non indietreggia. Non distoglie mai la propria attenzione, ma scruta puntualmente e a fondo, desiderosa ogni volta di raccontare l’esistenza attraverso il canto fluido e assoluto della poesia.
Istruzioni per l’uso di Ninnananna talamimamma
Il libro, scritto per grandi e piccini (e che può essere ora ascoltato anche in QR code) trova nel saggio di Milena Nicolini Istruzioni per l’uso di Ninnananna talamimamma (Al3vie, marchio Kaba edizioni, sempre in coedizione con Pièdimosca) un impagabile compagno di viaggio. Un commentario largo e meticoloso. Una guida briosa e attenta tra le tante figure retoriche che arricchiscono, senza mai appesantirli, la voce e il racconto di Anna Maria Farabbi.
Una poesia di Anna Maria Farabbi
Per stuzzicare a questo punto il vostro appetito che ci auguriamo sia nel frattempo cresciuto a dismisura, vi lasciamo con alcuni versi presi (e come poteva essere diversamente?) da Ninnananna talamimamma.
Ore due
nella notte ninne nanne nascono da un giardino di pietre sonore
suonate dal vento san sperate dorme
io no il mare no
l’aria no maria lai no
il nastro che unisce le montagne per testimoniarle alla pace no
il filo che rammenda che cuce che ammaglia che scrive
sulla tela sul pc sulla lana sulle carte no
sciola che ha scolpito questa orchestra minerale
porta nel vento il suo giardino che va dove vuole e ride
ride mentre tu credi che ciò che non si vede non esiste
e che ogni creatura immobile sia silenzio e morte
I libri
Anna Maria Farabbi
Ninnananna talamimamma
Kaba / Pièdimosca, 2023
Milena Nicolini
Istruzioni per l’uso di Ninnananna Talamimamma
Alt3viE / Pièdimosca, 2023
Da ninnanna talamimamma di Anna Maria Farabbi
Dedico questo libro alla befana
perché è una femmina che offre la sua età, senza nasconderla, single, femminista, libera, nomade, attraversa i confini e i pregiudizi, non si fa condizionare dalle mode. Cavalca volando una scopa e la rivoluziona, cioè si serve di uno strumento domestico, prevalentemente usato dalle donne in casa, e lo fa diventare un mezzo volante. Non più chiusa tra quattro pareti a spazzare, la befana vola tra cieli, mari e terre, senza ubbidire a chi la vorrebbe casalinga, sedentaria, ubbidiente, domestica e servile…
Questo è uno dei suoi insegnamenti:
se ti senti separata sei sola
e tristemente singolare
ma se ti senti insieme alle altre creature del creato
diventi gioiosamente plurale
UN’OPERA CHE ACCOMPAGNA IL BELLISSIMO LAVORO IN POESIA DI ANNA MARIA FARABBI ninnananna talamimamma
Le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze hanno verso il mondo e la vita una curiosità che si modella sull’incantesimo della prima volta, del primo sguardo, del primo nome. Un’originalità che si accompagna alla “maraviglia”, quella che grandi poeti conoscono nel sentire dell’infanzia e della poesia. Poi gli stereotipi del comune vedere capire giudicare incasellano gli stupori in forme dai margini precisi che servono per vivere con gli altri, condividere progetti e relazioni. Il mondo dei grandi. Ma ogni tanto, nella storia, gli schemi vengono rotti e nuove visioni del mondo cambiano gli occhiali e le cose. La poesia lo fa sempre. Ecco perché è importante porgere alle ragazze e ai ragazzi la poesia nella sua forma più ricca e complessa. Per mettersi, quindi, nella taglia adatta a bambini e bambine, a ragazzi e ragazze, non si deve proporre poesia minore, forme di lallazione in versi, abbassate cioè a maniere scadenti, retoriche, banali con intenti di falsa facilità. Così Anna Maria Farabbi ha pensato la poesia di ninnananna talamimamma: la postura più ‘bassa’ è solo per sentire “i fili dell’erba cantare”. Non si vuole, peraltro, sminuire il valore delle narrazioni in versi, delle filastrocche e opere simili, che raggiungono anche livelli letterari altissimi: per tutti, si pensi ai vertici di Gianni Rodari. È un genere diverso dalla poesia, adiacente, ma diverso. Più immediato forse, con propri specifici obiettivi pedagogici e conoscitivi. Dire che la poesia è altra cosa, non significa fare gradazioni di valore. Né separare in comparti stagnanti. La poesia ha bisogno di essere usata con le sue maniere, i suoi strumenti. Le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze sono spontaneamente svelti a praticarne l’uso, diventano incredibilmente agili a muoversi nella naturale complessità della poesia. Hanno solo bisogno di cominciare col far di conto, come è stato per arrivare a risolvere i problemi e le equazioni. Con la poesia impareranno ad entrare nel miracolo della parola, che tocca le cose senza toccarle, che mette in relazione l’emozione e il pensiero interiori col mondo che sta fuori, che fa esistere qui, presente, ciò che è assente, da un’altra parte, o che non c’è affatto. Una parola sempre nuova.
Un importante ritorno nella nostra Collana Romanzi, quello dell’autrice Gabriella Bordoli che ha pubblicato con noi delle bellissime storie come Stelle e fari nella notte, Taci e la tutor, Poke storie qui si tratta di ragazzi veri.
Spesso i libri vogliono insegnare qualcosa: questo no.
Spesso un libro vuol spiegare qualcosa secondo un certo punto di vista: questo no.
Spesso i libri parlano di un passato lontano, molto lontano, o di oggi: questo no.
Spesso i libri rincorrono temi “caldi” propri del periodo in cui son scritti: questo no.
Quando è nato questo libro non c’erano gli smartphone, non c’era Instagram, i Tag. Ecco, se ci fossero stati i tag, questo racconto sarebbe andato sotto “formazione, adolescenza, crescita, emarginazione,” Ma i Tag non c’erano. Io dico solo che è una storia pericolosa, da leggere, da assaporare come una fiaba; come Cappuccetto Rosso, come Pinocchio… Ma mi sto allargando troppo!
In fondo questo libro vuole soltanto raccontare una storia, accaduta forse alcuni anni fa: in un anno, che non aveva niente di speciale, se non che giù, nella Piana, nevicava ancora in inverno e in autunno pioveva tanto. Non sono passati tantissimi anni da allora: io già c’ero.
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“Ninnananna Talamimamma”, le poesie per bambini (ma non solo) di Anna Maria Farabbi
Per la riedizione di talamimamma, Anna Maria Farabbi ha concepito un’opera nuova che riparte dalle origini orali del canto, fondate nella ninannananna, per affacciarsi non solo a bambini, bambine ma anche a ragazzi, ragazze e insegnanti. La poesia si propone in una liricità che a tratti lambisce il respiro narrativo e, tematicamente, tocca le corde dell’attualità, dei valori della nonviolenza, nominando imprescindibili maestri e maestri di riferimento. Oltre la poesia, l’opera, spinge una didattica di ricerca che utilizza attivamente la rete, in una vera e propria caccia al tesoro, inoltre si compone di un abbecedario. Ninnananna talamimamma è disponibile interamente per essere ascoltata in QR code, proprio per significare ai giovani lettori il lavoro nel ritmo e nel colore della voce. La poeta apre la sua poetica artistica e culturale con una intensa lettera finale. Il volto della copertina, scelto non casualmente da Farabbi, è stato creato da una bambina del campo di concentramento di Terezin.
La poesia è povera e ha la potenza dei poveri
quando cantano
non si crede abbastanza alla potenza della poesia. Solo pochi poeti e poete lavorano interiormente in una poiesis disposta alla nuovissima generazione. Ci sono autori e autrici che, con la loro lirica, si affiancano mirabilmente agli artisti dell’illustrazione: creano opere magnifiche, abbaglianti, magnetiche. La lavorazione editoriale del libro, poi, permette, di catturare l’attenzione dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il mio pensiero mi detta un’altra direzione: recuperare l’oralità del canto, spogliarlo dall’immagine seduttiva, crederlo al punto da portarlo in raggi tematici di attualità, di confronto, di riflessione, suscitando ricerche di approfondimento, esperienze di studio interdisciplinare e di condivisione. Crederlo da indurre la concentrazione nel ritmo, nei significati rovesciati della visione del mondo attraverso la sola tessitura della parola, proposta nell’alternanza tra musicalità armonica lirica e rottura di una prevedibilità versificatoria. Propongo un’energia poetica suggestiva che movimenti il pensiero, rovesciando tradizionali forme e significati consueti e quietanti. Lavoro la connessione tra la brevità essenziale, fulminante, del verso con un respiro lirico che lambisce la dimensione narrativa.
La citazione dei nomi e cognomi è una prassi esistenziale, sociale, culturale, spirituale, politica, artistica, di riconoscimento e ringraziamento a maestre e maestri orientanti. Costituisce quella formazione permanente per ciascuno di noi, utile, fondamentale, per acquisire bussola, mappa, lanterna, memoria.
La lettera finale che propongo, a me indirizzata, è un ponte capitiniano. Chi legge può accendere un colloquio. Un colloquio corale, come direbbe Aldo Capitini. Il mio invito è rivolto alle bambine, ai bambini, ai ragazzi, alle ragazze, a ogni adulto che incontro attraverso questa opera. In ogni dialogo nascono crescite reciproche.
Stiamo vivendo una globale desertificazione. Piantiamo poesia così come piantiamo alberi. Hanno entrambi radici e chioma, ossigenano la nostra interiorità e il nostro pensando. Il canto è un’esperienza formativa, cognitiva, sentimentale (educa il sentimento, il sentire nella relazione, nella connessione, decentra il proprio io autonarrante e lo concentra nel ritmo della pluralità).
L’infanzia e l’adolescenza sono più vicine alle nostre origini. E l’origine è il canto.
Anna Maria Farabbi
Dedico questo libro alla befana
perché è una femmina che offre la sua età, senza nasconderla, single, femminista, libera, nomade, attraversa i confini e i pregiudizi, non si fa condizionare dalle mode. Cavalca volando una scopa e la rivoluziona, cioè si serve di uno strumento domestico, prevalentemente usato dalle donne in casa, e lo fa diventare un mezzo volante. Non più chiusa tra quattro pareti a spazzare, la befana vola tra cieli, mari e terre, senza ubbidire a chi la vorrebbe casalinga, sedentaria, ubbidiente, domestica e servile.
Ce la raccontano come una vecchia orrenda. Dal volto violentemente repellente: bocca sottile, naso lungo e aquilino, pelle avvizzita solcata da rughe. La sua figura emana mistero. Per certi aspetti, è inquietante. Tanto che non la si vorrebbe incontrare di persona. Inversamente da babbo natale, sorridente, rotondetto, con un vestito rosso a festa, la befana è il suo contrario e, tra l’altro, non toglie mai il grembiule da lavoro. Siamo di fronte a una differenza di genere.
Lei entra di notte dal camino (che è la via verticale, l’asse cosmico, che mette in coniugazione la casa con il cielo), non dalla porta principale come babbo natale. Nelle case di montagna o di campagna, uccelli e altri insetti si infilano da lì, da dove esce il fumo degli alberi bruciati. La befana come loro è selvatica e, per questo, fa un po’ paura anche agli adulti. A lei viene lasciata una cenetta frugale per il passaggio, come una riconoscenza o un abbonimento, come se si volesse evitare l’incontro diretto.
Invece, avviciniamola. Mai ripetere ciecamente il comportamento degli altri.
Il suo volto con il naso lungo, arcuato, affilato, assomiglia a quello di un’uccella, precisa, solitaria, invisibile per la sua velocità inafferrabile. Come tutti i volatili, il suo volo ha una destinazione mirata e un’origine nascosta. Un nido segreto. La befana non fugge, non scappa dagli esseri umani. Non ozia nello spazio. Progetta le sue destinazioni e atterra secondo il suo piano. Non ha tempo per avere casa propria e star dietro alle solite faccende domestiche. Sosta e si riposa nelle abitazioni delle sue amiche più care. Atterra di notte mentre la gente dorme, portando alle bambine e ai bambini, ricchi o benestanti soprattutto, dei dolcetti dal colore e dalla forma di carbone, per ricordare loro che nel mondo, in luoghi poverissimi, ci sono piccoli della loro età che lavorano nelle miniere. Anche di notte. Senza giocattoli, senza cibo, senza sonno, senza sogni, senza allegria, spesso orfani. Non è vero che la befana giudica e separa i buoni dai cattivi. Le sta a cuore ricordare ai più fortunati che esiste la povertà. E lo fa dolcemente, appunto con dolcetti messi dentro una calza. Perché la calza significa: «Mangia piccolo, quando sarai grande va’, cammina per il mondo, metti i tuoi piedi nel futuro e sii generoso con chi incontri». Alle bambine e ai bambini poveri porta doni di gioia: oltre il cibo, l’abbraccio, il sorriso, l’energia, la fiducia nel cuore. A turno, li fa salire sulla scopa per fare il giro del mondo. Solo da loro si fa vedere e per loro la befana è bellissima.
La befana in volo, con la scopa, pulisce l’aria dall’inquinamento. Gioca con gli uccelli, sorpassa gli aerei, mettendo in crisi i piloti che non la riescono a captare nel radar.
Sa volare, senza bagnarsi, tra le gocce della pioggia, tra la danza lieve delle nevi. Governa la scopa tra le correnti dei venti, scostandosi da meteore e comete, dalle stelle cadenti.
Quasi nessuno l’ha sentita parlare, tanto meno cantare. Io sì. Non solo. Io vedo il suo volto, il suo volo e il suo canto a occhi chiusi.
È lei che nella preistoria ha creato le ninnananne insegnandole alle madri mentre raccoglievano semi, frutta, radici e tuberi, intanto che i maschi della tribù andavano a caccia.
È lei che per prima gliele ha cantate, spiegando loro come usare la voce, la posizione del volto, le braccia per cullare e calmare il pianto dei piccoli.
In ogni secolo ne crea nuove, più adatte. Io le ho ascoltate.
Ne ho trascritte in questo libro appena ventiquattro, dedicate una a ogni ora del giorno. Le ho raccolte sotto il titolo ninnananna.
In coda al suo canto, ho messo il mio: un tappeto scritto e sonoro in cui esistono, come una collana, tre poesie per ogni mese.
I mesi, come sai, sono dodici. Le mie poesie sono rivolte talamimamma, che è una parola dialettale, e vuol dire alla mia mamma in dialetto perugino. Come si dice nel tuo?
Questa opera intera è dedicata alla befana, che considero la grande mamma, la mamma delle mamme: la mia maestra.
Questo è uno dei suoi insegnamenti:
se ti senti separata sei sola
e tristemente singolare
ma se ti senti insieme alle altre creature del creato
diventi gioiosamente plurale
Poesia come veicolo formativo. Utilizzando la parola poetica si affrontano tematiche forti come quella sui migranti, mettendo a confronto la vita dei più piccoli in diverse situazioni sociali ed economiche. Si parla di non violenza, compresa quella contro gli animali nella pratica della caccia e di dinamiche ancora oggi da rivedere e sulle quali riflettere nei rapporti fra il maschile e il femminile. Particolare attenzione viene data anche ai nomi, quelli di maestri e maestre fondativi di una certa etica e visione del mondo. Dei veri e propri fari, troppo spesso poco conosciuti da molti e soprattutto dai più giovani, come Etty Hillesum, Martin Luther King, Maria Lai e Aldo Capitini. Nel testo non ci sono illustrazioni. L’immagine della copertina, che avvolge l’opera con l’intensità dei suoi colori, segnata da pochissime parole nell’essenzialità del titolo, del nome e dei loghi, è ricca di significati: è il disegno di una bambina del campo di concentramento di Terezin.
www.kabaedizioni.com
www.al3vie.com
www.leggimileggi.com
www.cartavetro.com
http://www.lostrillo.it/showDocuments.php?pgCode=G20I198R44600&id_tema=10
Anna Maria Farabbi ha portato la poesia di ninnannanna talamimamma alla Scuola Primaria Dante Alighieri di Milano davanti ad un pubblico di più di 300 bambini, che durante tutto il pomeriggio, fino al suono della campanella, si sono alternati per ascoltare e partecipare in prima persona a questa esperienza unica e speciale.
La poesia in concerto di Anna Maria Farabbi ha coinvolto ed emozionati bambini, bambini e insegnanti della scuola Bottini di Piglio. Bellissima l’accoglienza di alcune bambine che hanno recitato una poesia della poeta, qui da ascoltare e speciale il gesto della scuola che ha voluto inserire sulla scalinata, dedicata ai libri, anche Talamimamma, testo di poesie per l’infanzia dell’autrice rieditato a maggio 2023 in una nuova opera dal titolo ninnananna talamimamma.
Per la riedizione di talamimamma, dedicata all’infanzia, anna maria farabbi ha concepito un’opera nuova che riparte dalle origini orali del canto, fondate nella ninannananna, per affacciarsi non solo a bambini ma anche a ragazzi e insegnanti. La poesia si propone in una liricità che a tratti lambisce il respiro narrativo e, tematicamente, tocca le corde dell’attualità, dei valori della nonviolenza, nominando imprescindibili maestri e maestri di riferimento. Oltre la poesia, l’opera, spinge una didattica di ricerca che utilizza attivamente la rete, in una vera e propria caccia al tesoro, inoltre si compone di un abbecedario. Ninnananna talamimamma è disponibile interamente per essere ascoltata in qr code, proprio per significare ai giovani lettori il lavoro nel ritmo e nel colore della voce. La poeta apre la sua poetica artistica e culturale con una intensa lettera finale. Il volto della copertina, scelto non casualmente da Farabbi, è stato creato da una bambina del campo di concentramento di Terezin.
Opera in coedizione con Pièdimosca edizioni
In questa nuova edizione, a 10 anni dalla prima, l’autrice Anna Maria Farabbi ha proposto una copertina che immortala, in uno scatto, in un preciso istante, uno dei momenti più toccanti e coinvolgenti della storia: neve segnata da piccole impronte… in fuga. Dettagli e colori raccontano e ogni scelta è un nuovo incontro con chi legge.
Anna Maria Farabbi, poeta, narratrice, saggista e traduttrice, lavora la parola scritta tessendo storie che attraversano ogni vissuto e nell’oralità, che ci riporta alle nostre origini, ne intensifica la trama. In questa riedizione la sua voce, in un audio scaricabile tramite QR code, ci accompagna nella lettura/ascolto del primo capitolo.
Nelle ultime pagine l’autrice invita ogni lettore e lettrice a scriverle una lettera o a mandarle un disegno, in una parola ed emozione condivisa, in una tessitura che va oltre le pagine e supera le distanze.
Caro Diario Azzurro
Lilli è una bambina ebrea che tesse il suo diario raccontandoci i giorni della sua infanzia in un orfanotrofio sulle Alpi. La sua intelligente esuberanza brilla in mezzo alla natura e agli altri bambini, rovesciando ogni difficoltà. La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale. Improvvisamente, la tragedia irrompe. Devasta l’armonia. Sfascia l’allegria e sconvolge. La bimba narra ogni passaggio dell’avventura che la porterà alla salvezza in Svizzera: la fuga nel bosco; il solitario rifugio alpino; la neve che gela come incantesimi abbaglianti i fiati delle piccole bocche, mentre copre magicamente le loro impronte; il cimitero degli angeli dentro cui si nasconderanno, sfidando la pattuglia criminale dei nazisti e il furore dei loro cani.
Le ultime pagine del diario sono state scritte proprio in questi nostri giorni, quando Lilli, ormai vecchissima, svela la fine della storia a un ragazzino che le è caro, come lasciandogli un’eredità ricchissima.
Ma il mistero continua. Oltre la scrittura, c’è ancora molto da scoprire… forse proprio dentro il corpo di un angelo.
EXTRA: Nella nuova edizione è possibile ascoltare il primo capitolo letto dall’autrice ed è stata aggiunta una pagina per scrivere una lettera alla stessa.
La notte fosforescente, attraverso la voce di Anna Maria Farabbi, Roberto Biselli e la musica del maestro Angelo Benedetti, aprirà le sue pagine a un pubblico di grandi e piccini, per trasformare ogni parola in una sonorità speciale. Appuntamento al Teatro di Sacco, Sala Cutu, Perugia, domenica 26 marzo alle ore 18.
Kaba edizioni sta lentamente riprendendo tutti i suoi titoli per portarli nel mondo del digitale, perché i libri non hanno una scadenza. I testi, nel formato ebook (epub), saranno disponibile per i primi 90 giorni solo nel kindle di Amazon e successivamente anche sul nostro sito. Nel 2021, insieme alle nuove uscite e ai nuovi progetti, gli ebook classici si arricchiranno di contenuti multimediali, dalla voce alla musica.
Sono già disponibili nel formato ebook i seguenti libri:
Caro diario azzurro di Anna Maria Farabbi
Interior device di Raffaella Polverini
Stefano e il mistero della chiave solare di Giovanni Signoriello
Fiori di parole di Gabriella Bordoli NUOVA USCITA SOLO IN FORMATO EBOOK