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POESIA COME PROGETTO DI POLITICA CULTURALE

POESIA
Venerdì 13 Dicembre alle ore 18, online sulla piattaforma meet, le poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini parleranno di poesia.
Un PROGETTO DI POLITICA CULTURALE che ripristina il significato del lavoro nella poesia e fa rientrare una DIDATTICA nello stesso.
Emerge l’attualità della poesia come confronto etico, sociale e spirituale, imprescindibili dalla stessa.
Sarà possibile iscriversi fino al 10 Dicembre
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info@kabaedizioni.com o info@piedimoscaedizioni.com
Kaba edizioni – Al3vie – pièdimosca edizioni
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Poesia a scuola

Il 16 Aprile, presso la Scuola Internazionale di Pavia, si è concluso un intenso percorso dedicato alla poesia.
Quarantasei studenti e studentesse delle classi prime e seconde della scuola secondaria di primo grado hanno letto l’opera ninnananna talamimamma della poeta Anna Maria Farabbi insieme al saggio Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma di Milena Nicolini, guidati dal Prof. Matteo Bertolini e dalla Prof.ssa Marta Giuzzi, insegnanti di italiano.
Ragazze e ragazzi hanno lavorato con grande impegno per diversi mesi utilizzando entrambi i testi per comprendere, conoscere, sperimentare ed elaborare riflessioni, parole e pensieri suscitati dalle poesie e dai molteplici contenuti in esse racchiusi.
Hanno, inoltre, potuto consultare, nelle ultime pagine di ninnananna talamimamma, un abecedario e una stimolante caccia al tesoro. Utilizzando strumenti di ricerca digitale hanno visto opere come  “La grande onda a largo di Kanagawa” di Hokusai, “La notte stellata” di Vincent Van Gogh o il film “Il castello errante di Howl” di Hayao Miyazaki; o ascoltato canzoni su YouTube, fra le quali “Girotondo” di Fabrizio De André, “L’oceano di silenzio” di Franco Battiato o “Another day in paradise” di Phil Collins.
Le diverse attività non si sono svolte unicamente durante le ore di italiano ma, grazie ai docenti, hanno coinvolto anche arte e immagine per la realizzazione di cartelloni ricchi di informazioni e dedicati spesso ad alcune delle poesie scelte in classe, ed educazione civica per entrare in maniera più approfondita nella vita di alcuni dei tanti personaggi proposti dalla poeta, a volte poco conosciuti come Aldo Capitini o più studiati come Gino Strada.
Il progetto in poesia è iniziato a Novembre ed è terminato ad Aprile con l’incontro con Anna Maria Farabbi.
Nel corso della mattinata, quattro ore volate via, il fitto dialogo è iniziato con l’emozione e il desiderio di tutti e tutte di esporre gli elaborati condividendo le proprie impressioni per ascoltare poi, con grande interesse, le domande e le considerazioni offerte dall’autrice.
Nella seconda metà dell’evento, dopo una breve pausa, Anna Maria Farabbi ha coinvolto le tre classi nella realizzazione di un vero e proprio concerto, permettendo loro di sperimentare il suo metodo di lavoro attraverso la connessione tra gli strumenti etnici, che hanno avuto modo di suonare, e la sonorità vocale esperita nella lettura di alcune poesie usando, quindi, il proprio corpo come strumento.
Gli audio che seguono raccontano la complessità esperienziale di questo progetto con le parole del Prof. Matteo Bertolini e quelle di una rappresentanza degli studenti e delle studentesse che, con grande entusiasmo, hanno chiesto di poter esplicitare l’esperienza.

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Kaba Edizioni, con il marchio Al3viE, al Bologna Children’s Book Fair 2024.

“Essere in/segnati dalla poesia”: incontro con le poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini, attraverso i testi “ninnananna talamimamma” e “Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma”, martedì 9 aprile al Bologna Children’s Book Fair 2024.

Intervento della poeta Anna Maria Farabbi.

«Io dimoro dentro il canto, io sono il canto. Il filosofo Umberto Galimberti ha fatto una proposta: alla scuola dovrebbe essere riconsegnata come atto formativo la filosofia. Io dimoro nella poesia. Cosa è la poesia e cosa può formare? Cosa è la poesia e cosa è l’atto formativo della poesia? Una persona a me cara, per spiegare cosa è la poesia, ha scelto l’immagine di un uomo che sta sopra una collina e vede passare un treno. Secondo lui la poesia è chi vive il treno andando.

La filosofia è una formazione utilissima in questo momento di caos cannibalico: consente l’esercizio della roteazione del pensiero, l’esercizio della dialettica. La poesia, a mio parere, non è l’omino che sta dentro la prima carrozza in un binario costituito: è invece la persona che crea il viaggio e gli stessi binari del treno, avendone consapevolezza. La poesia è la creazione.

Io propongo di portare la poesia fin dall’asilo nido. È un atto formativo, sociologico, politico, esistenziale, artistico. Pone all’attenzione. Si tratta di riuscire a stare in una tensione. Nella concentrazione. Costruire un centro e stare dentro. Il centro è il canto. Esercita l’ascolto.

La poesia si costituisce radicalmente nell’oralità. Dimorare nel canto, significa dimorare nella poiesis, in una gestione economica del profondo. Esercita in un’economia del verbale. Entra in una nominazione. Nominiamo le azioni della propria interiorità. La poesia permette una formazione sulla differenza tra espressione e comunicazione. Entra in dinamiche arcaiche, profonde.

C’è una grande necessità di portare anche la poesia nella scuola come atto formativo. La filosofia accede ad una razionalità. La poesia si arresta quasi barcollando. Ci sono poeti con un orecchio assoluto. Penso ad Amelia Rosselli, Paola Febbraro.

Nella statistica economica, molti, mi riferisco soprattutto a poete, non ce la fanno per questa disposizione totalizzante al canto. C’è spesso anche un’indipendenza rispetto al mondo dell’editoria.

Porgiamo, dunque, la poesia alla nuova generazione.

Io vengo dalla scrittura per adulti, ma sono nata nella poesia.

Alle presentazioni abbiamo partecipanti dai 50 anni in su. Fino alle elementari in genere c’è una fioritura espressiva e gli insegnanti sono in connessione con l’espressività lirica dei ragazzi. Alle medie, poi, il dirupo.

È necessario vedere quanto la poesia si regge da sola e quanto con l’illustrazione. La nostra è una società consumistica che viaggia in maniera volontaria puntando all’occhio. Anche per questo, lavoro con i ciechi, i sordi, i malati psichici. Noi abusiamo della vista, che a volte va ad estinguere le altre sensorialità. Il sentire inizia nell’utero, attraverso la pelle. Ripartiamo dalla grana della voce e dalla radice orale della poesia. M’interessa il flusso verbale lirico, non edulcorato, sentimentale, anacronistico. Attivo la passionalità intera del mio corpo, certo, perché sono allarmata di una società distruttiva della fioritura del ciliegio. I ragazzi oggi sono spostati da ciò che fluisce in certe poesie loro proposte. Cantare è avere di fronte qualunque creatura, con un registro scrittorio che vale dai 6 mesi ai 600 anni. La ninnananna arresta il battito cardiaco del neonato come dell’anziano. Non serve individuare un registro di lettori. M’interessa una poiesis che abbia anche una vocalità. La gradazione della voce senza ostentazione è frutto di esercizio. Occorre insegnare l’ascolto della poesia, accendere un senso del viaggio, in un gioco, inteso kafkaniamente, in opere d’arte anche cinematografiche (come le creazioni di Miyazaki). La poesia è un’oasi di ricreazione del proprio sé. Incontrando maestri, punti di riferimento, come Gino Strada, Aldo Capitini. Etty Hillesum lancia dal treno, che dal campo di concentramento sa la condurrà alla morte, un foglio con queste parole: lasciamo il campo cantando. Ha un senso, dunque, l’orecchio assoluto. È questione di vita o di morte. Lei porta la sua poesia e dietro le spalle testimonianze d’insegnanti che l’hanno segnata dentro. Ecco dunque la poesia organica. La porto e mi attraversa dalla punta dei piedi alla fontanella cranica. La porto a tutti e a tutto.  Il canto interrompe l’essere umano e lo dichiara disabile per non capire tutto. Lo pone di fronte ad una parete verticale.

La filosofia acuisce il pensiero ma la poesia accoglie il pensiero e crea.

Mio padre mi ha tolto la parola, perché la poesia non era utile.

La poesia è nascita, creazione di un ponte. Il canto risponde un impensato e un impensabile. L’immagine sulla copertina di “ninnananna talamimamma” rappresenta la palla gettata da una bambina internata ad Auschwitz. È piena di colori: porta la fiducia nel mondo. Ci chiede di essere ricettivi l’uno nei confronti dell’altro, responsabili di una connessione culturale. La mimamma è anche la grande madre: siamo sempre al cospetto dei futuri e degli antichi. L’origine della poesia è dalla ninnananna. Viene dalla preistoria: è il primo atto delle donne che raccoglievano la voce usata come gesto corporeo di abbraccio e pacificazione del bambino, un flusso trasversale tra la bocca e il bambino. L’origine della poesia è creaturale».

Intervento della poeta Milena Nicolini

«Per fare arrivare alla poesia non si può semplicemente delegare al sentire. La poesia ha anche un suo rigore, un suo linguaggio. L’inconscio è il punto in cui s’incontrano la materia e la parte effimera, lo spirito, con il logos. La poesia sta su quel confine tumultuoso in cui s’incontra la possibilità di dirla. La metafora è quella proporzione zoppa che scatta quando manca la parola per dire quella cosa. Mi permette di dire trasportando in un altro ambito. È la parola che vive del rapporto con l’esperienza. La poesia innesca le possibilità di connessione, di fare rete con la parola. Questa rete non ha termine: è un angolo aperto che va all’infinito. Si tratta di una polisemia, nell’esperire del mondo in modo sempre diverso. La poesia dà la possibilità di conoscere se stessi».

Anna Maria Farabbi

«La poesia segna dentro. Insegnare significa essere segnati interiormente, nel profondo. La poesia mi è venuta addosso: non è una scelta ma una dimora biologica dentro cui si è chiamati ad un ascolto totale dell’io profondo e ad una creazione, quindi ad una espressività di questo io profondo. Ciò non significa avere una posizione fetale di un io chiuso in se stesso, ma di un io che canta se stesso e il mondo a cui è connesso. Quindi si è sempre allievi di questa tensione, di questa “at-tenzione”».

Milena Nicolini

«Io sono in/segnante, quindi la poesia mi è capitato d’insegnarla ma mi ha anche insegnato molto. Per entrare nella poesia, e goderne completamente la polisemia, occorre conoscerla come linguaggio particolare, che non è sempre così semplice. La poesia ha diversi gradi di lettura, può essere letta per una piacevolezza immediata, ma anche con tutta la sua complessità. Occorre quindi conoscerne alcuni strumenti: è il motivo per cui ho osato affiancare alle poesie di Anna Maria Farabbi questa lettura critica. La poesia in/segna, nel senso che quando hai imparato ad andare dentro a tutti i suoi molteplici significati, ti accorgi che ti ha dato strumenti importantissimi anche per andare dentro alla parola quotidiana. Siccome la poesia ti obbliga a sospettare i sensi in più e i legami che le parole riescono a costruire, ti abitui ad essere molto attenta sulla scelta delle parole, sulle loro gradazioni, su come le parole espandono la loro aura. Quindi è anche un importante mezzo critico generale. In poesia è possibile dire delle cose che non sono dicibili in altro modo, perché probabilmente, come dicono molte teorie, il linguaggio della poesia è assolutamente a cavallo tra la dimensione razionale, simbolica, dell’essere umano e la dimensione del materico. In quel buio della psiche si incontra la matericità pura con il logos. Alcuni dei suoi strumenti sono infatti comuni al mondo del sogno. Imparare a entrarci dentro e a prendere tutto il possibile, che non è mai finito, è come la vita, l’esperienza, va avanti con il mondo, il tempo, le persone. È veramente un’educazione culturale ma anche al profondo. Per questo se si facesse bene, a cominciare dalle scuole elementari, si darebbero strumenti critici potentissimi alle persone.»

Raffaella Polverini

«La presentazione Essere in/segnati dalla poesia porta alla luce, attraverso la voce delle due poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini, un progetto in poesia molto caro e importante per Kaba edizioni e Al3vie, i due marchi editoriali che rappresento dal 2009. Le due opere ninnananna talamimamma di Farabbi e Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma di Nicolini, sono rivolte a bambini, bambine, ragazzi, ragazze e al corpo docente che è costretto a muoversi nella scelta dei soliti testi scolastici e spesso poco conosce la poesia contemporanea. Le parole di Anna Maria Farabbi ne racchiudono l’essenza “progetto di politica culturale che ripristina il significato del lavoro nella poesia e fa rientrare una didattica nello stesso».

 

 

 

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Essere in/segnati dalla poesia: incontro con Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini

Essere in/segnati dalla poesia: incontro con Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini  

 

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Kaba edizioni – Al3vie alla fiera Bologna Children’s Book Fair, 8 all’11 Aprile.

Saremo presenti alla fiera Bologna Children’s book fair dall’8 all’11 Aprile, padiglione 25 stand A/21 insieme all’Associazione Adei.
Ci accompagneranno in queste giornate dedicate all’editoria per bambine, bambini, ragazze e ragazzi l’autrice Chiara De Giorgi che ha pubblicato con noi i libri della Collana Imparare è un’avventura e le poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini per parlare di poesia.
Ci raggiungerà anche l’autrice Roberta Martinetti che entrerà nel catalogo Kaba edizioni con l’antologia Polvere di Fata.
L’opera accoglierà storie provenienti dalla Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Turchia, Grecia, Italia e Brasile, con un’introduzione e conclusione di Chiara De Giorgi e la curatela di Ünver Alibey. In uscita ad Aprile.
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KABA EDIZIONI AL BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR: 9 APRILE ORE 16.15. Essere in/segnati dalla poesia: incontro con le poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini

KABA EDIZIONI AL BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR: 9 APRILE ORE 16.15. Essere in/segnati dalla poesia: incontro con le poete Anna Maria Farabbi e Milena Nicolini

 

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Bologna children’s book fair 8-11 Aprile

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ninnananna talamimamma: le cantilene poetiche di Anna Maria Farabbi su Libri e parole

Ninnananna talamimamma: le cantilene poetiche di Anna Maria Farabbi

 

Il titolo, appena schioccato sulle labbra, evoca prontamente la lunga tradizione della “cantilena”, della rima baciata, della filastrocca chiamata a snodarsi in continui rimbalzi sonori, quasi fosse un ruscello nato solo per saltare sopra i sassi, canticchiare tra i ciottoli o mormorare beatamente in mezzo ai giunchi. Tuttavia Anna Maria Farabbi, autrice di Ninnananna talamimamma (Kaba in coedizione con Pièdimosca), confonde rapidamente le carte, muta le regole del gioco e come un abile funambolo o un destro giocoliere – a cui le sfere non sfuggono mai di mano, mai cadono rovinosamente a terra – apre per gli ascoltatori e le ascoltatrici nuovi panorami. Offre a chi legge altre inesplorate rotte.

Ninnananna talamimamma
Così ecco che proprio sotto i nostri occhi la lunga tradizione della cara, longeva filastrocca lascia cadere quel suo vecchio abito (adorabilmente polveroso) per abbracciare una piccola, grande metamorfosi ovvero una multimedialità che consenta l’uso di ogni forma d’arte, di ogni slancio creativo, di ogni moto propulsivo che vada incontro al mondo, alla vita, alla realtà nella sua intransigente e drammatica realtà.

Lo sguardo di Farabbi non indietreggia. Non distoglie mai la propria attenzione, ma scruta puntualmente e a fondo, desiderosa ogni volta di raccontare l’esistenza attraverso il canto fluido e assoluto della poesia.

Istruzioni per l’uso di Ninnananna talamimamma
Il libro, scritto per grandi e piccini (e che può essere ora ascoltato anche in QR code) trova nel saggio di Milena Nicolini Istruzioni per l’uso di Ninnananna talamimamma (Al3vie, marchio Kaba edizioni, sempre in coedizione con Pièdimosca) un impagabile compagno di viaggio. Un commentario largo e meticoloso. Una guida briosa e attenta tra le tante figure retoriche che arricchiscono, senza mai appesantirli, la voce e il racconto di Anna Maria Farabbi.

Una poesia di Anna Maria Farabbi
Per stuzzicare a questo punto il vostro appetito che ci auguriamo sia nel frattempo cresciuto a dismisura, vi lasciamo con alcuni versi presi (e come poteva essere diversamente?) da Ninnananna talamimamma.

Ore due

nella notte ninne nanne nascono da un giardino di pietre sonore
suonate dal vento san sperate dorme
io no il mare no
l’aria no maria lai no
il nastro che unisce le montagne per testimoniarle alla pace no
il filo che rammenda che cuce che ammaglia che scrive
sulla tela sul pc sulla lana sulle carte no

sciola che ha scolpito questa orchestra minerale
porta nel vento il suo giardino che va dove vuole e ride
ride mentre tu credi che ciò che non si vede non esiste
e che ogni creatura immobile sia silenzio e morte

I libri
Anna Maria Farabbi
Ninnananna talamimamma
Kaba / Pièdimosca, 2023

Milena Nicolini
Istruzioni per l’uso di Ninnananna Talamimamma
Alt3viE / Pièdimosca, 2023

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ninnananna talamimmma e Istruzioni per l’uso di ninnanannna talamimamma a La Nuova Riviera con Giovanna Frastalli

Nonostante il tempo minaccioso, abbiamo scelto Santa Maria della Rocca ad Offida, per accogliere “Ninnananna Talamimamma” di Anna Maria Farabbi e “Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma” di Milena Nicolini, Kaba edizioni & pièdimosca edizioni
“Questa opera intera è dedicata alla Befana, che considero la grande mamma, la mamma delle mamme: la mia maestra.
Questo è uno dei suoi insegnamenti:
se ti senti separata. sei sola
e tristemente singolare
ma se ti senti insieme alle altre creature del creato
diventi gioiosamente plurale”
Anna Maria Farabbi è poeta, narratrice, saggista, traduttrice.
Tra le sue ultime opere La via del poco e Il canto dell’altalena, due coedizioni Al3vie – piedimosca.
Tra la narrativa per ragazzi ricordiamo Caro diario azzurro e La notte fosforescente, Kaba edizioni.
Progetto a cura de La Nuova Riviera
Link per visualizzare il video
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Esce per il marchio Al3vie in tessitura con la Collana Cometa, il libro di Milena Nicolini Istruzioni per l’uso di ninnananna talamimamma

UN’OPERA CHE ACCOMPAGNA IL BELLISSIMO LAVORO IN POESIA DI ANNA MARIA FARABBI ninnananna talamimamma

Le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze hanno verso il mondo e la vita una curiosità che si modella sull’incantesimo della prima volta, del primo sguardo, del primo nome. Un’originalità che si accompagna alla “maraviglia”, quella che grandi poeti conoscono nel sentire dell’infanzia e della poesia. Poi gli stereotipi del comune vedere capire giudicare incasellano gli stupori in forme dai margini precisi che servono per vivere con gli altri, condividere progetti e relazioni. Il mondo dei grandi.  Ma ogni tanto, nella storia, gli schemi vengono rotti e nuove visioni del mondo cambiano gli occhiali e le cose. La poesia lo fa sempre. Ecco perché è importante porgere alle ragazze e ai ragazzi la poesia nella sua forma più ricca e complessa. Per mettersi, quindi, nella taglia adatta a bambini e bambine, a ragazzi e ragazze, non si deve proporre poesia minore, forme di lallazione in versi, abbassate cioè a maniere scadenti, retoriche, banali con intenti di falsa facilità. Così Anna Maria Farabbi ha pensato la poesia di ninnananna talamimamma: la postura più ‘bassa’ è solo per sentire “i fili dell’erba cantare”. Non si vuole, peraltro, sminuire il valore delle narrazioni in versi, delle filastrocche e opere simili, che raggiungono anche livelli letterari altissimi: per tutti, si pensi ai vertici di Gianni Rodari. È un genere diverso dalla poesia, adiacente, ma diverso. Più immediato forse, con propri specifici obiettivi pedagogici e conoscitivi. Dire che la poesia è altra cosa, non significa fare gradazioni di valore. Né separare in comparti stagnanti. La poesia ha bisogno di essere usata con le sue maniere, i suoi strumenti.  Le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze sono spontaneamente svelti a praticarne l’uso, diventano incredibilmente agili a muoversi nella naturale complessità della poesia. Hanno solo bisogno di cominciare col far di conto, come è stato per arrivare a risolvere i problemi e le equazioni. Con la poesia impareranno ad entrare nel miracolo della parola, che tocca le cose senza toccarle, che mette in relazione l’emozione e il pensiero interiori col mondo che sta fuori, che fa esistere qui, presente, ciò che è assente, da un’altra parte, o che non c’è affatto. Una parola sempre nuova.